TNA PLANET #95

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Riccardo811
view post Posted on 3/9/2009, 14:20




More Knockouts for everyone
TNA Women's Knockout Tag Team Championship

L’arrivo delle cinture di coppia per le Knock-Out fa pensare come la TNA voglia continuare a puntare sulla categoria femminile. In effetti, la categoria ha sempre avuto i suoi spazi all’interno di iMPACT! e dei Pay-per-View, con lo svilupparsi di diverse rivalità, che non per forza girano attorno al titolo femminile. Sin dal debutto della categoria, la TNA ha sempre tentato di rendere la categoria interessante, riuscendoci spesso e volentieri: con il feud tra Gail Kim e Awesome Kong, il team delle Beautiful People, e poi ODB, Roxxi, Taylor Wilde, fino agli ultimi arrivi (Tara, Sarita, Alissa Flash e Hamada).

Con l’idea del torneo per assegnare queste cinture di coppia, la divisione femminile si mette in mostra a iMPACT! e anche nel futuro PPV dove verranno decretate le prime campionesse. Un periodo quindi positivo per questa categoria, ma a fare da contraltare ci pensa l’inizio non entusiasmante del regno da Knockout Champion di ODB. Come dicevo lo scorso editoriale, l’idea di Cody Deaner campionessa (anzi, “King of the Knockout”) è qualcosa di patetico, andando a sminuire il valore della attuale campionessa e del titolo stesso. E al prossimo PPV dovremo vederci (sorbirci) un match tra un uomo e una donna valido per il titolo femminile. In pratica, assistiamo al momento in cui il comedy diventa trash, e a me non viene da ridere.

Bisogna anche capire però perché il booking team TNA abbia intenzione di aggiungere il sesto titolo TNA, togliendo esposizione agli altri cinque (World Heavyweight, Legends, World Tag Team, X Division, TNA Women’s): in un ora e mezza di show alla settimana (circa 6 ore in un mese, quelle sei ore che sono dedicate alla costruzione di un Pay-per-View) si hanno sempre problemi di tempo per dare un minimo di visibilità a tutti gli atleti del roster, tra coloro che sono già coinvolti in rivalità e gli altri che hanno bisogno di farsi conoscere e rendere credibili agli occhi del pubblico.

Forse una soluzione già c’è: la TNA ha siglato un nuovo contratto con l’emittente televisiva Spike TV, contratto per la messa in onda di iMPACT! per altri 3 anni. Grande risultato per la TNA, che quindi può continuare a trasmettere il suo show di punta in tutti gli Stati Uniti e il Canada. Ma non è questo il punto: secondo il contratto, la TNA ha la possibilità di poter trattare con altre emittenti televisive per la produzione di altri show e/o speciali televisivi. Difatti, si parla di un nuovo show TNA, in un’altra emittente televisiva, per produrre uno show interamente dedicato alle Knockout. Spero sia una idea che si realizzi presto: il feud ODB vs. Deaner si ridurrà a segmenti nel backstage da pochi minuti, portando così a maggior tempo da dedicare a questo torneo (e alle varie rivalità “maschili”), ma quando il titolo Knockout tornerà ad essere protagonista a iMPACT!, rischieremo tantissimo uno show troppo confusionario a causa della necessità di mostrare più gente (e più match, più feud, più titoli, più tutto) in un tempo troppo, troppo limitato.

Because she said so
Dixie Carter, TNA President

Quanto scritto sopra, ovvero sulla possibilità della TNA di aprire trattative per spazi televisivi con emittenti diverse da Spike TV, è stato detto da Dixie Carter, la nostra cara presidentessa. In effetti, ultimamente Dixie si sta facendo notare sempre più spesso, con interviste rilasciate ai vari siti web, radio e altri tipi di enti di informazione, ma anche partecipando sempre più spesso alle riunioni interne, collaborando molto con chi prepara gli show che noi ci gustiamo ogni giovedì sera.

In effetti, ultimamente il suo nome è sulla bocca di tutti. Giustamente, perché lei è la Presidente, ma le sue scelte hanno fatto parlare molto: dopo il caos nato dalla situazione sentimentale tra Jeff Jarrett e Karen Angle, è stata lei a decidere di mettere a riposo forzato il King of the Mountain, così come è stato deciso da lei tutta la riorganizzazione del booking team. E adesso, Dixie Carter collabora molto con Vince Russo e soci e, nonostante non sia esperta su come scrivere uno show di wrestling, tenta di rendersi partecipativa nelle riunioni che portano a costruire le puntate di iMPACT!.

E dopo le news dove si diceva che Dixie Carter avrebbe rifiutato il suggerimento di mettere sotto contratto Paul Heyman e Gabe Sapolsky perché preferisce sceneggiatori con esperienze cinematografiche, ecco che (in una intervista radiofonica) Dixie confida che vorrebbe vedere la TNA come uno show molto più “sportivo”. In quest’ottica si deve infatti vedere la decisione di dare più poteri agli arbitri, decidendo spesso di allontanare da bordo ring i vari alleati dei wrestlers. L’idea sarebbe quella di avere meno finali “sporchi”, ovvero pieni di scorrettezze e run-in, che portavano a esiti spesso confusionari.

Due notizie un po’ contrastanti, almeno all’apparenza. Se da un lato si nota la voglia di preferire a Heyman e Sapolsky (veri esperti di questo business) dei professionisti di Hollywood per tentare di catturare il pubblico tentando di rendere iMPACT! qualcosa di più cinematografico a discapito del wrestling vero e proprio, adesso la Carter ha preso una decisione che tende a salvaguardare il livello lottato dei match cercando di limitare quel fenomeno (il finale “sporco”) che spesso e volentieri rovina il match.

Oppure la verità sta nel mezzo. Il fatto che si voglia limitare le interferenze non significa obbligatoriamente che voglia mettere in risalto l’aspetto lottato, all’interno di uno show di wrestling. C’è la voglia di creare nuove gimmick, nuove rivalità, nel tentativo di proporre qualcosa di nuovo e di innovativo, che catturi l’attenzione e il pubblico. Ma allo stesso tempo di rendere più credibile l’azione sul ring attraverso questi accorgimenti che dovrebbero evitare di rendere un incontro una “pagliacciata”. Tra l’altro si nota come iMPACT! in queste ultime due settimane sia veramente godibile, a mio avviso non solo per quello che ci viene proposto, ma per quello che vediamo: parlo dei dettagli, dei particolari, dai tempi televisivi, alla scaletta dei match e dei segmenti backstage. Una azione non frenetica, che disorienta lo spettatore, ma ben schematizzata che permette allo stesso di assaporare ogni singolo momento dell’evoluzione dello show.

Dulcis in fundo, Dixie Carter sembra avere voglia di cambiare qualcosa in ambito PPV. La TNA non ricava abbastanza dai PPV mensili (acquisti mai eccelsi portano a pochi guadagni, se non nulli), e questo basta per rendere la Carter dubbiosa sulla formula dell’evento da tre ore ogni mese. Quindi si guardano altre possibilità, che verranno valutate non appena scadranno i contratti per la trasmissione dei PPV.

Quel che viene trasmesso in Pay-per-View è un vero e proprio evento, qualcosa che viene fortemente aspettato dai fans. Dove i match più importanti si svolgono, dove i titoli sono spesso in palio, dove i feud terminano, decretando chi è il migliore. Ma costruire un evento del genere ogni 4-5 settimane (dalle 6 alle 7 ore e mezza di show a disposizione) porta a una difficoltà nel saper proporre nuove rivalità, e costruire una card sempre interessante risulta arduo. Specialmente per la TNA che spesso si gioca le sue carte migliori (match inediti, cambi di titolo, incontri a stipulazioni spettacolari) nella tv in chiaro. Se la TNA pensa di non ricavare abbastanza da un PPV, che ne riduca la quantità: anziché fare dodici PPV l’anno, se ne facciano otto, oppure sei. Purché questi vengano adeguatamente pubblicizzati, e pompati con card spettacolari, che inducano maggiormente sia il fan accanito, sia lo spettatore casuale, a voler spendere i propri soldi per guardare il PPV.

In effetti, abbiamo avuto a che fare con gli ultimi due PPV, Victory Road e Hard Justice, dove gli incontri in programma erano tutt’altro che esaltanti, e dove si faticava (o, quantomeno, io faticavo) a trovare spunti per sentire attesa per l’evento. Se 4-5 settimane sono poche per riuscire a creare hype per un PPV, che si provi a vedere cosa succede se le settimane di preparazione diventino di più: personalmente preferisco sei PPV all’anno eccellenti, piuttosto che dodici PPV all’anno semplicemente accettabili.
 
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